N° 23
(PARTE SECONDA)
1.
Tony Stark siede nella penombra, su di una sedia del
salotto del suo lussuoso attico in cima alla Stark Tower e riflette. Solo poche ore prima, al termine di una
giornata convulsa, ha ricevuto una telefonata di un uomo che ha detto di
chiamarsi Bishop e che lo informava di aver rapito sua figlia Katherine, il
figlio di suo cugino Morgan, Arno, e Anderson Lowell, figlio di una donna
conosciuta anni fa e di cui lui aveva promesso di prendersi cura.[1]
Sarebbe quasi da riderci sopra, se non fosse patetico. Ha consegnato il neonato
ad un orfanotrofio, ha usato i suoi soldi perché qualcun altro se ne occupasse
e poi…. se n’è dimenticato, ecco la verità che deve affrontare. Non c’è da
meravigliarsi che Joanna non lo ritenesse un padre adeguato per sua figlia e
gliene abbia tenuta nascosta l’esistenza per anni. Ora sua figlia ed il figlio
di Gretl Anders rischiano la vita e con loro il figlio di suo cugino Morgan. Ed
è solo colpa sua, perché lui ha qualcosa che qualcun altro vuole a costo di
uccidere e minacciare la vita di tre innocenti. Si trattasse solo di soldi, la
cosa sarebbe semplice, in un certo senso, ma non è solo questo. Ha ancora nelle
orecchie il suono sgradevole della voce di Mr. Bishop che detta le sue
condizioni. Lo ha tenuto sulla corda per due ore, prima di richiamarlo e
dettare le sue condizioni:
<<Ci consegnerà i piani
delle sue armature di Iron Man, compreso il modello War Machine. Tutte le
armature dalla prima grigia al modello attuale, mi raccomando e di quest’ultima
anche un prototipo funzionante con i codici di accesso.>>
Tony
aveva esitato solo per un attimo, prima di rispondere:
-Li avrete, ditemi dove e quando.-
<<Non ho ancora
finito.>> aveva replicato Bishop <<Oltre a ciò, domani mattina,
all’apertura della Borsa di Wall Street, dovrà mettere in vendita sul mercato
il suo intero pacchetto azionario della REvolution. Segua le istruzioni, Stark,
ed ai ragazzi non sarà torto un capello.>>
-Che garanzie ho che manterrete i
patti?-
<<Garanzie? La mia parola,
direi.>>
-Sa cosa posso farci con la sua
parola, Mr. Bishop o qualunque sia il suo vero nome?-
<<Non ha scelta e lo sa
bene. O meglio ne ha una: può rifiutarsi di fare quel che le ho chiesto e si
vedrà recapitare a domicilio i cadaveri dei tre ragazzi e la prego di credere a
quel che dico senza riserve.>>
Tony
non ha osato replicare, mentre l’altro proseguiva:
<<Un’ultima raccomandazione
Stark: non pensi di far intervenire Iron Man o War Machine o, peggio ancora, i
suoi amici Vendicatori. La teniamo d’occhio e se solo provasse a fare qualcosa
di simile, i bambini ne soffriranno, Ed ora mi ascolti attentamente, le darò
tutte le istruzioni…>>
E
Tony ha ascoltato, consapevole della sua vulnerabilità ed impotenza. Ha dovuto
anche parlare con Joanna, rassicurarla, dirle che andrà tutto bene, che
riporterà Kathy a casa, sana e salva. Peccato che lui stesso non sappia se sarà
possibile. E così è rimasto a meditare su molte cose. La vita dei tre ragazzini
è nelle sue mani perché lui non ha valutato tutti i rischi, previsto ogni
possibilità. Ora deve scegliere se accettare la parola di un assassino o combattere,
ma non ha idee di chi o cosa. Non sa cosa fare. Il suo sguardo cade sulla
bottiglia di scotch whisky sul mobile bar, simbolo delle sue passate debolezze.
Sembra irriderlo, come se gli dicesse: “Ti credi forte, Tony Stark, a ma non
puoi farcela. La pressione è troppo forte. Un goccetto risolverà tutto, vedrai.
Niente preoccupazioni, niente decisioni, solo il dolce oblio. Lo sai, no? Io e
te siamo vecchi amici, Tony, vecchi compagni di viaggio.”
Tony
si alza e si avvicina al mobile bar, fissa la bottiglia, poi, dopo una breve
esitazione, la prende. Ancora la contempla, come se non sapesse cosa farne,
poi, alla fine, si decide, svita il tappo e poi afferra un bicchiere. Non fa in
tempo a finire di versarlo, che nella stanza eccheggia una voce femminile:
-Che stai facendo Tony?_
Lui
si volta e sulla soglia c’è Pepper Potts assieme a Meredith McCall.
Evidentemente è stata quest’ultima a chiamarla, pensa Tony.
-Lasciami in pace, Pepper.-
risponde –Non ti riguarda.--
-Mi riguarda, invece.- replica
Pepper avanzando verso di lui –Sono tua amica e non resterò a guardare mentre
fai una grande sciocchezza. Credi davvero che serva a qualcosa? Che i tuoi
problemi scompariranno?-
Tony
serra le labbra, poi si rivolge a Meredith:
-Tu… gliel’hai detto!-
-So che è una tua amica.- ribatte
la donna -Ho pensato dovesse saperlo, che ti servisse tutto l’appoggio
possibile. E poi… cosa credevi di tenere nascosto? La notizia dei rapimenti è
arrivata ai telegiornali, ricordi? –
-Miss McCall mi ha detto del
rapimento del figlio di Gretl Anders.- dice Pepper –So che ti senti in colpa
per quel bambino, che credi che sarebbe stato tuo dovere fare di più,
proteggerlo. Beh, ricordi le circostanze della sua nascita? Sei stato tu che me
le hai raccontate: tu e sua madre in un androne durante una tormenta di neve e
tu che per far nascere il bambino dovevi restare sobrio. Fu in quell’occasione
che capisti il valore della vita, dicesti, che trovasti la forza di superare
l’alcoolismo. Bene ora credo che la tua scelta sia semplice: puoi usare quel
tuo brillante cervello per trovare una soluzione per salvare tua figlia e gli
altri ragazzi, oppure puoi scappare nel fondo della bottiglia ed annegartici.
Non farà del bene a nessuno, ma a te che importa in fondo?-
Le
dita di Tony si serrano sul bicchiere sin quasi a spezzarlo, i suoi occhi si
puntano sul liquido ambrato, può percepirne l’aroma, il subdolo richiamo. Non
parla mentre con l’altra mano afferra la bottiglia e con lentezza vi versa il
contenuto del bicchiere, poi appoggia la bottiglia sul ripiano del bar.
-Non sono il tipo che scappa.-
dice- Ho davanti a me 12 ore prima che riaprano i mercati azionari e per allora
devo aver trovato un modo per rintracciare i ragazzi e liberarli. So che esiste
e lo troverò.-
Pepper
gli pone una mano su una spalla.
-Era quello che speravo di
sentirti dire.- gli dice sorridendo, un sorriso che, finalmente, Tony ricambia.
L’uomo
è più basso e robusto, rispetto a Tony Stark, ma gli somiglia molto e non c’è
da stupirsene, perché è suo cugino Morgan Stark, Presidente della
multinazionale nippo-americana Stark-Fujikawa. In questo momento non sono gli
affari a preoccuparlo, ma quello che gli ha detto al telefono un uomo che ha
affermato di chiamarsi Bishop: ha rapito suo figlio Arno, il suo unico figlio
maschio, e per restituirlo pretende come riscatto i progetti ed i codici
operativi della nuovissima armatura integrata Steel Warrior e che Morgan metta
sul mercato le sue azioni Stark-Fujikawa. Una richiesta insolita per un
riscatto. Questo è spionaggio industriale con mezzi insoliti. È probabile che
siano gli stessi che stanno tentando la scalata alla sua società. Morgan si
versa un altro bicchiere di scotch. Calma, deve rimanere lucido. Può dar loro
quello che vogliono, certo, ma perderà tutto quello che ha costruito finora.
Eppure è della vita di suo figlio che si parla, non può lasciare che muoia. Con
un gesto brusco, scaglia la bottiglia di whisky contro un muro.
-Maledizione!- esclama –Devo
trovare un sistema per uscirne, ma quale?-
E
non è una risposta facile da trovare.
Rebecca Bergier non è in cerca di risposte,
invece, ha già tutte quelle che le servono, o così pensa. Per la prima volta da
tanto tempo le cose stanno andando nel verso giusto. Sta facendo proprio il
lavoro che ama, aiutare le persone in difficoltà, i suoi problemi economici
sono superati ed anche la sua situazione sentimentale va in maniera che non può
che definire splendida. È incredibile, pensa a com’è cresciuta rapidamente la
sua relazione con una donna che conosce da poco più di una settimana.
All’inizio era solo sesso, certo, ma ora è qualcosa di molto più profondo. Ora
è presa da lei come non le era mai capitato con nessuna delle sue relazioni
precedenti. Dovresti darti una calmata, pensa sorridendo, non sei una ragazzina
alle prime esperienze, dopotutto..
-E così parti per l’Africa
domani.- le dice lei.
Rebecca
la guarda. È bella pensa: ha un corpo flessuoso dalle curve mozzafiato, la
carnagione olivastra le dà un’aria esotica che la rende ancora più sexy, se
possibile, i capelli neri le ricadono sulle spalle, gli occhi neri e profondi
la fissano con uno sguardo indecifrabile. Rebecca deve fare uno sforzo per
concentrarsi e risponderle:
-Si, è una missione delicata. Non
sarebbe proprio nelle mie competenze, io mi occupo di violazione dei diritti
umani, in realtà, ma conoscevo i posti per essermene occupata qualche anno fa e
non ho saputo dire di no a Stark e Hogan… anche se significa stare lontana da
te.-
L’altra
l’attira a se e la bacia, poi la lascia andare.
-Sarò ancora qui quando sarai di
ritorno.- le dice.
-Ci conto.- ribatte Rebecca –Ormai
non so stare senza di te. Credo che quello che provo mi si legga in faccia,
ormai, India.-
La
donna che si fa chiamare India Queen fa una smorfia.
-Hai detto a qualcuno di noi?-
chiede.
-Ne ho accennato solo a Jim
Rhodes.- ribatte Rebecca –E lui non è il tipo da andarlo a riferire in giro.
Cosa c’è? Ti vergogni di noi perché siamo due donne?-
-No.- ribatte l’altra –Sono solo
riservata, Credo che la nostra storia riguardi solo noi due e basta, Non faccio
proclami e non sfilo nelle piazze, vivo solo come mi pare e mi va bene così… e
non mi vergogno affatto di te… di noi, tesoro.- con le dita accarezza il collo
di Rebecca e le sussurra –Ora non pensiamo a questo, ma a noi due… c’è ancora
tempo, prima che tu parta e possiamo usare questo tempo per noi, non credi?-
Rebecca
sospira mentre le sue mani si muovono convulse lungo il corpo della donna di
nome India e si dimentica di tutto il resto… e questo può essere il suo più
grave errore.
2.
Justin
Hammer segue con preoccupazione le notizie finanziarie. Il titolo Roxxon è
sospeso, gli agenti della S.E.C. sono in ogni sede della compagnia che
spulciano tutti i registri:; ogni proprietà bloccata per ordine dell’I.R.S.,
che ha ordinato una sua ispezione contabile per scoprire eventuali frodi
fiscali; per non parlare delle decine di agenti dell’F.B.I., del Servizio
Segreto e di un’altra dozzina di agenzie federali e locali. I dirigenti sono
fuggiti o incarcerati o liberi sotto cauzione. Il TG parlava anche di suicidi.
Per sua fortuna i suoi investimenti in quella compagnia non sono poi così
rilevarti, ne avrà pochissimo danno. Piuttosto, con la compagnia sull’orlo del
fallimento, pensa Hammer, sarebbe il momento buono per mettere le mani su
qualche sua proprietà preziosa a prezzo stracciato. Si, decisamente conviene
tener d’occhio la situazione. Lo spietato affarista assapora la sua sigaretta
attraverso il bocchino e medita sulla sua prossima mossa.
Kathy
Finch ha paura. Vedere quegli uomini cattivi uccidere il suo autista prima di
portarla via è stato un grosso trauma per lei. Aveva visto cose simili solo al
cinema, nessuno era mai morto vicino a lei e il sangue, l’odore… Spera che suo
padre possa venire a salvarla. Suo padre è Tony Stark lo sta accettando ormai,
ma pensa anche ad Howard Finch, l’uomo di cui porta ancora il cognome, il
marito di sua madre, il padre del suo fratellino, l’unico vero padre che abbia
veramente conosciuto finora. I cattivi di certo vogliono qualcosa o da lui o da
Tony o da tutti e due. L’ha visto nei film: un riscatto, si chiama così. Ma non
hanno rapito solo lei, ci sono altri due bambini. Uno lo conosce: è
quell’antipatico di Arno, il figlio del cugino di Tony, suo cugino a ben
pensarci; l’altro è un bambino piccolo, più piccolo del suo fratellino Howie e
Kathy non sa chi sia, ma non fa che piangere e la cosa la fa sentire a disagio.
Vorrebbe piangere anche lei; l’ha fatto subito dopo essere stata rapita, ma ora
non vuole farlo davanti al suo cuginetto e a quell’altro bambino. Non devono
pensare che è una stupida femmina e che ha paura, anche se ne ha tanta. Si
avvicina al bambino piangente e gli tocca i capelli
-Sta buono.- tenta goffamente di
dire –Andrà tutto bene, vedrai.-
-Se avessi un’armatura come quella
di Iron Man gliela farei vedere a tutti.- dice improvvisamente Arno Stark –Ma
un giorno ne avrò una tutta mia, dovessi costruirla da solo.-
Che
bambino, pensa Kathy dall’alto dei suoi 11 anni compiuti, senza pensare che
agli occhi degli adulti è lei stessa una bambina. Iron Man l’aveva liberata
quando El Toro Negro l’aveva rapita,[2]
forse Tony… suo padre… lo manderà ancora a cercarli e salvarli Poi un pensiero
la coglie: come farà a trovarli? E la paura ritorna e con essa la voglia di
piangere, che Kathy reprime a fatica. Si siede in un angolo del lettino che c’è
nella stanza e si rannicchia, le braccia strette alle ginocchia, ed aspetta.
In
una stanza vicina, un uomo che indossa un elegante completo scuro di gran marca
sta parlando con sei persone particolari. I primi cinque sono una donna bionda
sulla trentina e quattro uomini, di cui uno di colore; tutti vestiti di una
tuta azzurra con stivali color oro, tutti portano dei numeri da uno a cinque
stampigliati sul petto. Il sesto indossa un costume color azzurro ed oro con
una maschera che gli copre interamente il volto e gli occhi coperti da lenti
unidirezionali, il solo nome con cui è conosciuto è quello di Spymaster, il suo
interlocutore si fa chiamare Mr. Bishop.
-Avete fatto un ottimo lavoro
Spymaster.- sta dicendo Bishop –Esattamente nei termini in cui il mio datore di
lavoro aveva richiesto.-
-Spero che la faccenda non duri
molto.- replica Spymaster –Stuzzicare Tony Stark significa stuzzicare Iron Man
e forse anche War Machine, per non parlare del resto dei Vendicatori.-
-Non deve preoccuparsi di questo.-
ribatte Mr. Bishop –Abbiamo pensato a tutto. Iron Man è in Congo per una
missione umanitaria[3] e War
Machine, assieme ad altri Vendicatori, ha lasciato gli Stati Uniti per
destinazione ignota poche ore fa.[4]
Prima del loro ritorno tutto sarà finito, può starne certo. Il mio datore di
lavoro ha pensato a tutto.-
-Altri, migliori di voi hanno
pensato la stessa cosa, ma hanno tutti fallito.-
-Non esistono altri migliori di
no, Mr. Spymaster. Non mi dirà che ha paura?-
-No. Sono solo prudente.-
-Abbia fiducia e mi creda: Stark
non ha altra scelta che acconsentire alle nostre richieste e non coinvolgerà i
suoi amici supereroi, non se vuole rivedere sua figlia e gli altri bambini
vivi.-
-Intenderebbe davvero ucciderli in
quel caso?-
-Cosa c’è, Mr. Spymaster? L’idea di uccidere dei bambini non
le garba?-
-Se proprio ci tiene a saperlo,
no. Non ho remore nell’uccidere adulti di entrambi i sessi, ma ammetto che non
mi sento a mio agio all’idea di uccidere dei bambini.-
-capisco, beh non credo che
arriveremo a questo. Ora scusate, ma è ora della telefonata a Tony e Morgan
Stark. È ora che sappiano quello che devono fare.-
Dopo
che Bishop si è allontanato dalla stanza, la donna, che porta sul petto il n°
1, si rivolge a Spymaster, nella sua voce una lieve traccia di accento russo:
-Quell’uomo non mi piace e nemmeno
tutta questa storia. Siamo l’Elite dello Spionaggio, non dei volgari rapitori
di bambini.-
-Non piace nemmeno a me, Marya…-
ribatte Spymaster -… ma ci ha pagato molto bene ed abbiamo assolto il nostro
incarico con l’efficienza che ci contraddistingue. Però non intendo farmi
coinvolgere nell’omicidio di tre bambini o nell’eventuale fallimento di
quest’impresa, quindi è venuto il momento di andarcene. Ci sono incarichi più
adatti alle nostre capacità che ci attendono.-
Gli
altri non possono che assentire.
3.
Tony Stark riflette cupo dopo aver ascoltato le
ultime istruzioni telefoniche dell’elusivo Mr. Bishop. Ora viene la parte più
difficile Ha telefonato a suo cugino Morgan, ma non è riuscito a trovarlo. Può
solo immaginare cosa possano avergli chiesto in cambio della liberazione del
piccolo Arno. A volte, è difficile ricordarsi che sotto tutta la sua durezza
Morgan è un padre… proprio come lo è lui ed ora deve parlare con la madre di
sua figlia.
Joanna
Nivena Finch risponde al secondo squillo, è evidente che non sta mai lontana
dal telefono.
-Tony… dimmi che hai notizie di
Kathy, dimmelo!-
-Non esattamente. So che è viva,
però. Mi hanno fatto ascoltare la sua voce al telefono. Sto per andare
all’incontro coi rapitori. Tra non molto sarà libera.-
-Dio lo voglia, Tony. Ti prego,
non fare niente che metta in pericolo la nostra bambina. Hanno detto niente
Iron Man.-
-Non preoccuparti, nessuno torcerà
un solo capello a nostra figlia, la riavrai sana e salva, te lo prometto.-
Una
promessa non così facile da mantenere, pensa Tony una volta conclusa la
telefonata, eppure ci riuscirà, lo deve alla bambina, a sua madre. Lo deve al
figlio di Gretl e, si, anche al piccolo Arno. Quella gente si dovrà pentire di
aver scelto come bersaglio la Famiglia Stark. Ma chi sono, poi? Tony sospetta
che si tratti dello stesso gruppo che sta dietro al tentativo di scalare la
REvolution e la Stark-Fujikawa, Ci deve essere una sola mano, ma chi? Justin
Hammer? Mida? O qualcuno che ancora non conosce?
-Tony?-
Alle
sue spalle è apparsa Meredith McCall, è sconcertante come sia capace di
muoversi senza fare il minimo rumore. È cambiata molto da quando erano
adolescenti… anche lui, del resto.
-Dimmi Meredith.-
-Sai, se uno desse retta ai
giornali rosa, non ti vedrebbe mai nel ruolo di padre.-
-Forse nemmeno io. Quando ho
saputo che ero il padre di Kathy, beh è stato un bel colpo.-
-E poi io sono piombata nella tua
vita con una rivelazione ancora più scioccante, no?-
Tony
fa un sogghigno:
-Non è stata certo colpa tua. Quel
tipo, Bishop, mi ha chiesto se so prendermi le mie responsabilità, beh ammetto
che non l’ho sempre fatto, ma sto cercando di cambiare. Ora la mia priorità è
salvare mia figlia e gli altri bambini.-
-Mi chiedevo se non avrei dovuto
avvertire i Signori del Silenzio.-
Meredith
parla del gruppo di moderni Samurai giapponesi, mercenari dotati di superpoteri
d’origine magica (la sola idea lo mette a disagio) e tecnologica di cui la
donna ha fatto parte per un breve periodo. Come e perché ne sia uscita, se mai
lo ha fatto davvero, è una cosa di cui non parla e Tony non gliel’ha chiesto.
Conosce fin troppo bene il valore della privacy.
-No!- le risponde secco –Questa è
una faccenda privata e la risolverò a modo mio.-
-Come vuoi. Io sono qui, comunque,
al tuo fianco.-
Le
loro mani si stringono ed ancora una volta lui si chiede come sarebbe stato se
i loro padri non li avessero separati. Non lo saprà mai e, forse è meglio così.
Le illusioni non dovrebbero mai essere infrante, giusto?
Ci
sono giorni in cui Happy Hogan si chiede perché si è fatto convincere da Tony a
dirigere la Fondazione Maria Stark. Sono in molti a pensare che non è adatto al
compito, a vederlo come un ex pugile ottuso ed un po’ suonato. Lui stesso
direbbe che non sono molto lontani dal vero. Sia come sia, però, ha preso un
impegno e non è abituato a gettare la spugna senza aver prima combattuto.
L’omicidio del suo Capo Contabile[5]
ha decisamente portato il caos alla Fondazione. I poliziotti hanno bloccato gli
uffici per l’intera giornata. Happy non
può dire di essere stato molto sorpreso di scoprire che era stato proprio lui a
gonfiare i conti del Centro Jimmy Betha, era un sospetto ragionevole, data la
sua posizione. A quanto pare la Polizia sospetta che sia stato ucciso perché
stava per essere scoperto ed i suoi mandanti temevano che potesse fare
imbarazzanti rivelazioni. Giusto, probabilmente, ma chi erano questi mandanti?
Gli stessi che hanno fatto mettere una bomba nella sua auto qualche giorno fa,
probabilmente.[6] Devono aver
pensato che eliminare lui non avrebbe fermato le indagini, ma la morte di
Wilkinson elimina ogni traccia, giusto. Happy sente che potrebbe scoppiargli la
testa se continua a pensarci, meglio concentrarsi su altre cose. Il suo
cellulare squilla, la chiamata che aspettava:
-Sono pronto.- risponde.
Il
telefono squilla in un ufficio in un posto lontano ed un uomo risponde alla
chiamata.
-Buongiorno Mr. Bishop. Come
procede la nostra piccola sciarada?-
<<Bene signore. Sono sul
luogo dell’appuntamento, vedo arrivare l’elicottero di Tony Stark e l’auto di
suo cugino Morgan. Tutto procede come previsto.>>
-Me lo auguro Mr. Bishop. Sono
sintonizzato sulle notizie finanziarie, tra pochi minuti sentirò l’annuncio che
i nostri amici hanno messo sul mercato il loro pacchetto azionario. Lei
prenderà i piani che abbiamo richiesto e tutto sarà finito.-
<<Ed i bambini?>>
-Non ho alcun interesse per loro.
Ucciderli scatenerebbe sicuramente la vendetta di Stark e delle sue guardie del
corpo in armatura e non li voglio alle mie costole a tempo pieno, non prima di
aver preparato un piano per neutralizzarli. Nulla deve interferire nei miei
piani per togliere agli Stark i loro beni. Se qualcosa va storto uccideteli,
altrimenti liberateli.-
<<D’accordo, signore. Ora
chiudo e mi occupo dei nostri ospiti.>>
Terminata
la comunicazione, l’uomo a capo della cospirazione contro Tony accende un
monitor ed appare il volto di Spymaster.
-Hai fatto un ottimo lavoro caro
amico.- gli dice.
<<Sono un
professionista.>> replica l’altro <<Ma l’avverto: non accetterò più
incarichi simili, non sono un rapitore di bambini.>>
-Uno scatto di onore da ladri?-
commenta sarcasticamente l’altro -Tranquillo Spymaster, il tuo prossimo
incarico sarà più adatto alle capacità tue e del tuo gruppo… e probabilmente
più pericoloso.-
<<Vada avanti, sono
interessato.>>
Se il tono
di voce può essere indicativo, sotto la sua maschera Spymaster sta sorridendo.
4.
Tony
fa atterrare il suo elicottero in una radura di montagna nei Monti Catskill.
Poco lontano c’è una baita e non lontana da essa un’auto che riconosce come una
di quelle di suo cugino, una Corvette. Fuori dalla porta un uomo vestito di
nero, con gli occhiali. Deve essere Bishop e gli altri uomini con lui, armati,
debbono essere guardie del corpo. Non è la manovalanza a preoccuparlo, ma
Bishop.Buffo come gli faccia venire in mente Henry Peter Gyrich,[7]
sembra più un burocrate o un dirigente d’azienda che un rapitore. Ecco anche
Morgan ed ha una valigetta come la sua, il prezzo del riscatto evidentemente.
Ora tutti e tre si avvicinano gli uni agli altri.
-Buonasera signori. Io sono Mr.
Bishop. È un piacere vedervi puntuali a questo nostro piccolo incontro
d’affari.-
-La pianti con questa tiritera
degli affari, Bishop.- taglia corto Tony –Io e Morgan abbiamo fatto quello che
voleva. Ora vogliamo i bambini.-
-Dov’è mio figlio?- interviene
Morgan –Sta bene? Che gli avete fatto?-
-State calmi entrambi.- ribatte
pacatamente Bishop –I bambini sono al sicuro e verranno liberati, ma prima
voglio verificare che i termini del nostro accordo siano stati rispettati.
Permettete?-
-È tutto qui in questa valigetta.-
replica Tony e con pochi movimenti delle dita la apre rivelando l’armatura di
Iron Man, depolarizzata e piegata, ed un CD Rom che Tony porge all’altro. –Sono
i piani dettagliati di ognuna delle armature che ho creato per Iron Man in
questi anni. Vedo ha un portatile con se, verifichi, dunque.-
-Lo farò.- Bishop infila il
dischetto nell’apposito lettore e fissa il monitor –Molto bene, sembra tutto in
regola. Dopo verificherò anche i dati di suo cugino, ora sono più interessato
all’armatura. È un modello funzionante come richiesto?-
-Verifichi lei stesso.- risponde
Tony infilandosi una specie di banda di metallo alla fronte –Risponde ai
comandi di questo congegno cibernetico e si compone in pochi secondi.-
Mentre
Tony parla i pezzi dell’armatura fuoriescono dalla valigetta e si compongono
nella familiare figura rossa ed oro.
-Impressionante.- commenta Bishop
–E funziona?-
-Guardi lei stesso.- ad un comando
di Tony l’armatura si solleva in volo a velocità impressionante.
-Incredibile! È in grado di farla
agire anche senza nessuno all’interno?-
-In telepresenza, si. Non è
efficace come quando c’è un occupante umano, però.-
-Straordinario. La riporti giù,
adesso.-
In
pochi secondi l’armatura è di nuovo al fianco di Tony, mentre Bishop risponde
al telefonino.
-Bene.- è il suo commento, poi.si
rivolge a Morgan e Tony –Mi hanno appena confermato che i vostri pacchetti azionari
sono stati posti in vendita. Molto bene. Siete persone ragionevoli.- L’occhiata
che Morgan gli manda è di quelle che, se potesse, lo incenerirebbe
istantaneamente, ma Bishop non vi da peso -Bene ora credo che controllerò la
merce di Mr. Morgan Stark e dopo concluderemo.-
-Io credo che sia già finita,
criminale… per te.- ribatte, improvvisamente, Tony.
Il
luogo è poco distante dalla baita, nascosto tra gli alberi. All’interno sono
due stanze spoglie. Nella prima ci sono cinque uomini armati di tutto punto che
si stanno rilassando in attesa di una chiamata; nella seconda stanza ci sono i
tre piccoli ostaggi in attesa che si decida il loro destino e, per così dire,
il destino bussa alla porta.
Quando
la porta si spalanca, letteralmente strappata via da una forza irresistibile,
le mani degli uomini di guardia corrono alle armi, mentre nel vano dov’era la
porta ecco apparire due donne: una dai capelli lunghi e rossi, dall’aria
vagamente orientale, armata di una katana, la tradizionale spada giapponese;
l’altra di colore, con un casco di capelli crespi ed una pistola 44 Magnum
nella mano sinistra.
-Dove sono gli ostaggi?- chiede la
nera.
Passata
la sorpresa, cinque bocche da fuoco sparano contro di loro, ma le donne non
sono rimaste ferme. La katana della rossa rotea e con sorpresa di tre degli
uomini le loro armi sono letteralmente tranciate in due; il resto lo fanno una
serie di calci e mosse di karate., poi il terzo uomo si ritrova spinto contro
una parete, mentre la lama della katana è spinta contro la sua gola.
-Te lo chiederò una volta sola.- sibila Colleen Wing, perché di
lei si tratta –Dove sono i ragazzini?-
L’uomo
non parla, letteralmente terrorizzato, ma, guardandosi la gola da cui cola un
rivoletto di sangue, freneticamente indica una porta in fondo alla stanza.
Contemporaneamente,
il duello di Misty Knight con gli altri due uomini termina senza storia. Sin
dai tempi dell’accademia di Polizia lei era la migliore del suo corso di tiro e
lo è rimasta, quale che sia il braccio che usa. Il braccio bionico le è servito
a perfezione per svellere la porta d’entrata e non fa fatica nemmeno a far
saltare la porta dietro la quale tre ragazzini hanno atteso che fosse decisa la
loro sorte.
Sia
Misty, che Colleen tirano un sospiro di sollievo nel vedere che stanno bene.
-Ti conosco.- esclama Kathy,
rivolta a Colleen –Tu sei la ragazza di To… mio padre.-
-Beata te che lo credi ragazzina.-
commenta acida Colleen –Vieni, andiamo da lui, adesso.-
-C’è anche mio padre?- chiede Arno
Stark.
-Beh. credo di si.- risponde Misty
–Che ne dici se andiamo a scoprirlo?-
-Dov’è la mia mamma? E il mio
papà?- a parlare è stato il terzo bambino, capelli castani, occhi chiari.
Colleen si china verso di lui.
-Ciao, tu sei Anderson Lowell?-
gli chiede.
-Si sono Andy Lowell.-
La
ragazza si morde le labbra. Non può certo dire, così, di punto in bianco, ad un
ragazzino di appena quattro anni che i suoi genitori (adottivi in realtà) sono
morti. Gentilmente gli tende la mano.
-Vieni con me, Andy. Lasciamo
questo brutto posto.-
Fuori
dalla baracca, Misty fa una chiamata:
-Tutto a posto, Mr. Stark, li
abbiamo con noi.-
Bishop
si volta verso Tony che ha appena finito di parlare ed esclama:
-Ma cosa dice?-
-Che per te è finita, Bishop o
quale che sia il tuo nome. Gli ostaggi sono liberi e tu sei finito. Iron
Man ti dispiace…?-
Una
distorta elettronicamente esce dal microfono dell’armatura:
<<Non chiedo di
meglio, Capo.>>
I quattro uomini che accompagnano Bishop non sono all’altezza di Iron Man, che li sbaraglia in pochi minuti. Bishop tenta la fuga sulla Corvette di Morgan, ma Iron Man la blocca e lo sbatte giù come un sacco di patate, poi lo porta da Tony.
-Hai sbagliato i tuoi calcoli,
amico.- gli dice Tony -Credevi davvero
che sarei rimasto a farti minacciare la mia famiglia? Tu e chi ti comanda non
dovete conoscermi bene.-
-Ma come è possibile?- chiede
Bishop sconcertato –Avevamo previsto tutto. Iron Man e War Machine erano
assenti, era il momento adatto per colpire. Da dove salta fuori lui? Allora è
vero che ce n’è più d’uno. No… aspetta un momento! È quell’aggeggio, quella
maledetta telepresenza, vero?-
Tony
sorride soddisfatto.
-Non sono mai impreparato Bishop.-
si limita a rispondere.
In quel mentre,
ecco arrivare le Figlie del Dragone con i bambini.
-La Polizia sta arrivando.-
annuncia Misty.
Kathy
corre da Tony che la solleva in braccio e si rivolge a Colleen:
-Ti ringrazio, ti devo molto.-
-Non mi devi niente.- ribatte
Colleen –Ho fatto solo quello che chiunque avrebbe fatto al mio posto.-
-Tu dici?- replica Tony e poi
volge lo sguardo all’altro bambino. E così quello è il figlio di Gretl Anders.
Ricorda ancora quella notte di tormenta in cui la madre del piccolo morì
dandolo alla luce e lui lo scaldò col calore del suo corpo. Ha un dovere verso
quel bambino, non molto dissimile da quello che ha versoi Kathy od il figlio
che ancora non conosce e che ha avuto da Meredith. Ha fallito tante volte, ma
non scapperà davanti alle sue responsabilità stavolta.
-Tony…- è Morgan a parlare –Volevo
ringraziarti per… beh aver salvato mio figlio.-
-Lascia perdere Morgan. Nonostante
tutti i nostri attriti, sei pur sempre parte della famiglia. Magari domani
torneremo a combatterci, ma oggi… beh, lascia perdere ho detto.-
Dopo
che la Polizia se n’è andata e Colleen
e Misty sono partite con Kathy e Andy Lowell, nella radura rimangono solo Tony
ed Iron Man.
<<Direi che è andata
bene, eh, Capo?>> dice quest’ultimo.
-Ti ho detto mille volte di non
chiamarmi capo, Happy.- replica Tony con un sogghigno.
Happy
Hogan solleva la visiera dell’elmo.
-Come desideri, Tony. Ti confesso
che non credevo che sarei riuscito a
fare il cambio con l’armatura in telepresenza dopo che l’ahi fatta volar via,
ma quell’idiota non ha minimente sospettato che al ritorno non ci fosse più
un’armatura vuota.-
-Ha visto solo quello che si
aspettava di vedere ed era su questo che contavo. I nostri segreti sono salvi e
così i ragazzi ed è soprattutto questo che conta. Per mia fortuna mi sono
ricordato di aver fatto innestare a Kathy uno dei chip antipossessione dei Vendicatori.
Mi è bastato sintonizzare un rintracciatore sulla giusta frequenza per scoprire
dove era tenuta.--
-Perfetto. E adesso?-
-Adesso abbiamo un’armatura da
recuperare, non perdiamo tempo.-
E
così dicendo, Tony raggiunge il suoi elicottero.
5.
Qualche
ora dopo, nell’Attico della Stark Tower, Tony contempla il panorama dalla
terrazza. In un paio di stanze vicine Kathy ed il piccolo Andy dormono, stanchi
per le fatiche della loro avventura. Colleen se n’è appena andata. Dovranno
chiarire molte cose lui e lei, ma non oggi e lei lo ha capito. Il suo agente di borsa ha appena chiamato
per informare Tony re che la sua offerta di vendita delle sue azioni è stata
felicemente ritirata, come pure quella fatta da Morgan. Il mercato traballerà
un po’, ma senza serie conseguenze. Quanto a lui, ha preso una decisione molto
seria.
Tony
rientra nell’appartamento e si trova di fronte Pepper Potts
-Non so se abbracciarti o
strangolarti.- gli dice lei.
-Perché mai?- chiede lui –Ce l’ahi
ancora con me per averti indicato come Capo della Vizer senza consultarti?-
-Anche per quello, si, ma ne
riparleremo. Per la verità ero in pensiero per te e per Kathy.-
-Oh io sto bene ed anche Kathy.
Ora dorme. Presto sua madre verrà a prenderla. Ora sono più preoccupato per
Andy Lowell, il figlio di Gretl Anders. Avevo fatto una promessa a sua madre e
non sono certo d’averla mantenuta. Ora è di nuovo solo. Il suo destino sarà
ancora l’orfanotrofio, a meno che io non faccia qualcosa.-
-E cosa vorresti fare?-
-La sola cosa possibile per
mantenere il mio impegno nei confronti di Gretl guardarmi allo specchio al
mattino. Niente orfanotrofio per lui: l’adotterò io, avrà il nome ed i
privilegi degli Stark.-
-Cosa?- esclama Pepper –Ma ne sei
sicuro? Hai riflettuto bene su quel che stai facendo?-
-Ci ho riflettuto sin da quando ho
saputo che era stato rapito.- ribatte Tony –Quel Bishop mi chiese se ero pronto
a prendermi le mie responsabilità, beh lo sono e questo è il modo migliore che
esiste per dare a quel bambino il futuro che merita.-
-Oh Santo Cielo, Tony, ma sai in
che ginepraio ti stai cacciando? Hai una reputazione di playboy, di uomo che
non riesce ad avere una relazione duratura, hai una figlia illegittima.. no, mi
correggo, presto si saprà che ne hai due. Con la vita disordinata che fai come
potresti occuparti di lui sul serio. La tua idea è fargli passare la vita con
baby sitter e governanti?-
-Si, ci ho pensato. Non sono il
migliore od il più affidabile dei genitori, ma devo, voglio tentare, può essere
la mia ultima occasione di fare qualcosa non per la mia gratificazione ma per
il bene di qualcun altro. Troverò una soluzione.-
-Io ne ho una, forse.-
-E quale sarebbe, Pepper?
La
donna fa un lungo respiro prima di rispondere:
-Lo adotterò anch’io.-
-Cosa?- Tony non crede alle sue orecchie
–Parli sul serio?-
-Non sono mai stata così seria. È
la soluzione ideale. Saranno più inclini ad accogliere la tua proposta se ci
sarà anche una madre.-
-Non so che dire. Saresti davvero
disposta a far questo per un bambino che nemmeno conosci? Io ho un motivo, ma
tu…-
-Chissà, forse è perché è la mia
unica possibilità di avere un figlio. In tanti anni di matrimonio con Happy non
sono mai rimasta incinta. Ora sono single e non sono più così giovane e
l’orologio biologico ticchetta sempre più forte, ormai.-
-Non dire sciocchezze, sei ancora
troppo giovane per dire certe cose. Ti ringrazio però per quello che fai per
me. – Tony l’abbraccia –Sei sempre stata al mio fianco Pep, senza di te credo
che sarei perduto.-
-Davvero? Non ti permetterò di
scoprirlo.- ribatte lei ed appoggia la testa sulla spalla di lui e rimangono
così per molto tempo.
Contea
di Santa barbara in California. È stato più difficile del previsto avere
accesso ai vecchi registri, ma Bethany Cabe non è una che si arrende
facilmente. Di una cosa è certa: il vecchio Creighton McCall non è di certo
passato da un’agenzia di adozioni legale o se l’ha fatto non sono state seguite
le procedure. Di legge. Non aveva il consenso della figlia e nessuno l’ha mai
cercata, quindi nessuno sapeva della sua esistenza. Un’adozione clandestina
quindi La prima cosa da fare è
confrontare il certificato di nascita che Meredith McCall ha trovato nella
cassetta di sicurezza del padre con le nascite di bambini avvenute nello stessa
data od in quelle immediatamente precedenti e successive, partendo dal
presupposto che il tutto sia avvenuto proprio qui, dove Meredith ha trascorso
il periodo di gravidanza Beth ha
ottenuto un sacco di nomi ed ora deve scoprire se c’è quello giusto e qual è.
Ci vorrà tempo, ma ce la farà. L’ha promesso a Tony e lei è una che mantiene
sempre le sue promesse.
L’uomo
medita in silenzio. Era un buon piano e lo sarebbe stato ancora di più se fosse
riuscito, ma non importa, è solo un fallimento momentaneo. Ha ancora tante
frecce al suo arco. Se una mossa non riesce, si passa alla successiva, fino
alla vittoria finale. Tra lui e Tony Stark non è ancora finita, è appena
cominciata.
NOTE DELL’AUTORE
Fine di un episodio in cui Iron Man non si è visto quasi per nulla, spero vi sia piaciuto lo stesso, ed ora le note:
1) Proseguono
le nostre numerose sottotrame e le relazioni del nostro protagonista con le sue
donne diventano sempre più complesse. Pura soap opera? Può darsi, in perfetto
stile Marvel, però.-_^
2) Spero di
aver accontentato chi voleva vedere di più i comprimari. Nella specie abbiamo
visto in azione le Figlie del Dragone, soprannome di Colleen Wing e Misty
Knight, già titolari della Nightwing Restorations, un’agenzia investigativa e
di sicurezza,
3) Nota di
continuity: questa storia si svolge tra Vendicatori #42 e #43. In questo
momento Eddie March nei panni di Iron Man si trova ad Olympia, capitale degli
Eterni ed ha passato grossi guai; Mike O’Brien, sempre come Iron Man è nella
Repubblica Democratica del Congo per una missione umanitaria assieme a Machine
Man e Happy Hogan l’avete visto qui, mentre War Machine è sul piede di partenza
per la Slokovia assieme ad un gruppo di Vendicatori tra cui spicca Capitan
America.
4) Il
cosiddetto chip antipossessione è un prodotto della fantasia del mio egregio
editor Fabio Volino e per saperne di più non vi resta che seguire le avventure
dei Vendicatori -_^
5) Riuscirà
Bethany Cabe a rintracciare il figlio di Tony e Meredith McCall? Forse questa è
una domanda la cui risposta non vi interessa particolarmente, peggio per voi,
perché l’avrete molto presto. -_^
Nel
prossimo episodio: mentre sta avendo un sacco di pasticci in Tribunale su vari
fronti, Tony Stark deve fronteggiare anche i sabotaggi di Spymaster e la sua
Elite dello Spionaggio, Tutto questo e nuove informazioni ed indizi sul figlio
perduto di Tony e Meredith e non dimentichiamoci di Iron man e War Machine. -_^
[1] Nell’ultimo episodio, naturalmente.
[2] In Iron man #10/11. Kathy evita di ricordare, però, che in quell’occasione rimase ferita e finì in ospedale.
[3] Come rivelato all’inizio di Vendicatori #41
[4] Ne saprete di più leggendo Vendicatori #42
[5] Nello scorso episodio.
[6] Nell’episodio #21
[7] L’agente di collegamento tra il Governo U.S.A. ed i Vendicatori.